Passiflora glandulosa | La Collezione Italiana di Maurizio Vecchia

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Passiflora glandulosa | La Collezione Italiana di Maurizio Vecchia

Classificazione (J. MacDougal ed altri, 2004)

SOTTOGENERE: passiflora
SUPERSEZIONE: distephana


ORIGINE E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA:

Guyane.


TEMPERATURA MINIMA: 15 °C


TEMPERATURA MINIMA IDEALE: 20 °C


SINONIMI:  P. imthurnii Mast., P. silvicola Barb. Rodr.


ETIMOLOGIA: Questa specie è ricca di ghiandole (Lat. glandulosus)


NOTE:  Cromosomi: n=9, 2n=18


FOTOGALLERY:


DESCRIZIONE:

La flora della Guyana francese, ricchissima di passiflore alcune delle quali ancora sconosciute, è dominata da questo bellissimo ed imponente rampicante dai fiori rossi. È quasi sempre un rosso diverso da quello tipico della Supersezione Distephana, come siamo abituati a vederlo nella P. coccinea, nella P. vitifolia e nella P. quadrifaria. È infatti un colore che non sempre si può definire rosso puro, poiché spesso ha una dominante di rosa acceso e brillante.

Anche la forma del fiore è diversa. La grande corolla (cm 11-12 di diametro) è dominata dai sepali uncinati e dai petali dalla forma oblunga stretta e slanciata, leggermente retroflessi. Il centro del fiore si riduce di diametro così da ottenere il massimo dell’eleganza. La piccola corona è composta da due serie di radi e corti filamenti bianchi con base scura.  La ricchezza e l’abbondanza dei fiori è tale da creare macchie di colore vivace nel verde cupo della foresta.

Le foglie sono coriacee, come quelle della maggior parte delle passiflore guyanesi, di forma ovato-oblunga con apice stretto ed acuto, dal verde scurissimo.

Il frutto è un ovoide di 6 cm di diametro.

Questa passiflora tropicale richiede sempre alte temperature (> 15 °C) e si adatta con difficoltà alla coltivazione in vaso.  Fino ad ora i tentativi di vederla fiorire da noi sono stati deludenti. Non sopporta il calcare presente nell’acqua delle innaffiature (che, comunque, non devono essere troppo frequenti), né il normale terriccio universale che in genere dà buoni risultati nelle altre specie. È quindi ancora da studiare per scoprire le sue reali capacità di acclimatazione alla vita in serra.

Non è difficile da riprodurre per seme e da moltiplicare per talea, ma si ha tuttavia un’alta percentuale di perdita degli esemplari ottenuti.