DESCRIZIONE:
La P. ‘Amethyst’ accetta il polline della P. caerulea e produce frutti contenenti semi ibridi. Da uno di questi, con cui ho utilizzato il polline della P. caerulea ‘Constance Eliott’, è nato questo ibrido.
Dopo due anni di pazienza sono comparsi i primi fiori dalla corolla bianca, retroflessa, e dalla corona violetta. In un primo momento mi parve di conoscerli e di averli già visti. Ho trovato, infatti, una certa somiglianza con quelli della P. ‘Star of Clevedon’, ibrido di John Vanderplank, che proprio in quel momento avevo in fioritura. Un semplice confronto però mi ha rivelato alcune differenze sostanziali.
La corona dei filamenti della P. ‘Venus’ è certamente più grande anche se più rada. Nella P. ‘Star of Clevedon’ ha una colorazione blu violetto intenso e copre meno della metà della corolla. Nella P. ‘ Venus’, invece, arriva quasi alla lunghezza dei petali e dei sepali. La sua colorazione ha una sfumatura più violetta e con un grande anello bianco a circa metà della sua larghezza. La forma stessa dei petali e dei sepali è diversa poiché quelli della P. ‘Star of Clevedon’ sono più stretti e slanciati.
L’immagine è quella di un fiore vaporoso come un piumino, poiché la grande corona è protesa in avanti, in direzione opposta a quella dei petali e dei sepali.
Non sono io l’autore della denominazione. Avevo inviato la fotografia al segretario del Club ‘Amici della Passiflora’ dicendo che non avevo intenzione di attribuire nessun nome a questo nuovo ibrido e che non sapevo cosa fare. La e-mail di risposta era intitolata ‘Venus’. Ho accettato il consiglio, ritenendo la denominazione indovinata e simpatica.
Questa pianta vigorosa produceva fiori molto grandi. La corolla aperta supera infatti i 12 cm. La fioritura è incessante per tutta estate.
Questo ibrido, che era stato collaudato con successo all’aperto anche sulla riviera ligure, rimase in vita per alcuni anni poi è andato perduto. Ora è estinto.
Esiste ora un altro ibrido denominato P. 'Venus' ibrido composto da P. ´Wilgen R. Robertson` x P. ? realizzato da Bettina Ulmer nel 2011.
Non so se la denominazione 'Venus' avrebbe potuto essere utilizzata, avendo io pubblicato nel 1999 un ibrido con questa denominazione, ma saranno i taxonomisti a dirimere la questione. Utilizzo questo spazio per sollevare la questione e mi aspetto pareri.