La mia storia
LA PASSIFLORA MI HA DA SEMPRE STUPITO.
Sono sempre stato appassionato di piante insolite e rare. Le passiflore, che studio da anni e che continuo a studiare, non smettono di stupirmi per le loro peculiarità straordinarie.
II fiori non hanno solo una semplice corolla costituita da sepali e da petali: essi hanno inventato la corona dei filamenti, una struttura che li rende unici, più ricchi ed affascinanti. La corona è spesso disegnata a bande alterne di colore contrastante, addirittura complementare rispetto a quello della corolla, a volte è vistosa e grande, tale da nascondere la corolla stessa. Il potere attrattivo del fiore di passiflora nei confronti degli animali impollinatori, insetti, pipistrelli e colibrì, è quindi altissimo.
La natura ama le forme e i colori ed è maestra nel combinarli. Nel genere Passiflora ne ha sparsi a piene mani.
Ma non è solo questa una delle sue caratteristiche. Vi sono altre morfologie, più discrete, che denotano una particolare intelligenza evolutiva di questo genere botanico: le ghiandole del picciolo, le ghiandole fogliari e le ghiandole delle brattee.
Si tratta di piccole strutture che emettono nettare e che attraggono, in particolare, le formiche. Sulla lamina superiore delle foglie svolgono una funzione mimetica, imitando le uova di farfalla appena deposte. Le farfalle sono indotte ad andare altrove, in modo che la pianta non corra il rischio di essere defogliata da avidi bruchi.
L'origine della denominazione Passiflora è da attribuirsi ai primi missionari giunti in Sud America. Essi ritennero che il centro del fiore raffigurasse i simboli della crocifissione: le cinque ferite, i tre chiodi, la corona di spine, la colonna della flagellazione. Questi religiosi chiamarono le piante Flos Passionis, fiore della passione di Gesù Cristo, trasformata da Linneo nel 1753 in Passiflora.
Il mio primo incontro con una passiflora, la comune Passiflora caerulea, mi ha da subito incantato: mi hanno incuriosito proprio le sue morfologie, inducendomi ad approfondirne la conoscenza.
Ho presto scoperto che non esiste 'la passiflora', ma 'le passiflore', poichè si tratta di un vasto genere che comprende oltre 700 specie e un migliaio di ibridi.
Nei miei studi mi sono avvalso di numerosi testi specializzati e ho cominciato a realizzare una collezione. Avevo acquistato dei semi ed ottenni le prime pianticelle di specie ancora sconosciute in Italia. Sulla rivista il 'Giardino Fiorito', alla fine degli anni '80, comparve un mio articolo (forse il primo in Italia) con la descrizione e le immagini di undici passiflore: l'embrione della mia raccolta.
Alla fine degli anni '90 avevo già una collezione composta da alcune decine di piante. Nel frattempo, avevo conosciuto altri appassionati, come John Vanderplank, responsabile della prestigiosa 'National Collection of Passiflora', autore del primo testo completo (Passion Flowers and Passion Fruits, 1991) ibridatore di talento e scopritore di numerose nuove specie. Ho visitato molte volte le sue serre. Ho iniziato con lui una fruttuosa collaborazione e ho affrontato anche un viaggio di ricerca nella Guyana francese nel quale è stato realizzato, per conto di Kew Garden, un erbario delle passiflore indigene.
Ho conosciuto anche collezionisti francesi, partecipando con loro a numerosi viaggi in Guyana. Questa terra è ricca di specie di passiflore tanto che, la prima volta, i più esperti mi dissero: "Maurizio, en Guyane il y a des passiflores partout!". Ed era vero: tante, bellissime, colorate e vistose. Percorrere quei sentieri, immersi in foreste millenarie, era per me entusiasmo puro. Una volta i francesi mi hanno riportato sul sentiero quasi di peso, dicendomi che vi erano giaguari e serpenti e che mi ero addentrato troppo nella vegetazione, scomparendo alla loro vista.
Le esplorazioni hanno aumentato la mia conoscenza e mi hanno permesso di scoprire numerose specie nel loro habitat. Raccoglievamo frutti e piccole piante nate spontaneamente. La mia documentazione fotografica di queste avventure è ricca ed interessante.
Abbiamo fatto escursioni in canoa a motore lungo i fiumi della Guyana. La vegetazione arrivava fino alla sponda e a volte grandi tralci di passiflore ricchi di fiori e di frutti pendevano sull'acqua.
Nella foresta vi erano numerose altre specie di piante, altissimi alberi a contrafforti, rampicanti, cespugli, aracee, epifite tra cui le orchidee. Un mondo fantastico in cui io mi sentivo ignorante: avrei voluto subito conoscere la denominazione di quegli strani e curiosi fiori. Spesso riuscivo a identificarne la Famiglia di appartenenza e già questo era un buon risultato.
Col tempo mi sono dotato di una piccola serra e le rarità tropicali, raccolte nei miei viaggi, vi sono cresciute e hanno fiorito. La specie più rara e misteriosa, la Passiflora cirrhiflora, aprì i suoi fiori nell'inverno del 2003. Fu un avvenimento eccezionale, forse il primo in Europa.
Un altro viaggio indimenticabile l’ho compiuto in Brasile, con un amico svizzero. Abbiamo dovuto più volte arrampicarci lungo ripidi e faticosi pendii, come quelli del Pico do Frade. Abbiamo trovato parecchie specie spingendoci in zone montagnose, più fredde, proprio per scoprire specie più resistenti alle basse temperature.
In tutti questi anni la mia collezione è cresciuta, sia per passiflore acquistate o ottenute grazie a scambi con altri appassionati, sia per i tanti ibridi che ho prodotto a partire dal 1997. Ne ho contati fino ad ora oltre 80, ma credo che qualcuno mi sia sfuggito. Molti di questi sono tutt'ora viventi e si sono diffusi ovunque, USA compresi. Ho cercato di combinare, quando possibile, la bellezza ed il colore con la resistenza al freddo della pianura padana dove vivo.
Un mio ibrido, in particolare, riscuote successo ed è la Passiflora 'Fata Confetto'. Generosa, possiede un fiore grande, (almeno 10-12 cm) con una vistosa corona arricciata a bande alterne, violette e bianche. Il portamento è vigoroso e persino invadente. Può superare i 15 metri di larghezza. La rusticità poi è incredibile: almeno -16 °C nel mio giardino. Questa pianta va a riposo invernale e rispunta in primavera da polloni radicali, sempre più numerosi di anno in anno. La collocazione ideale è lungo una recinzione. In questo caso, nella bella stagione, crea una grande ed impenetrabile cortina di fiori, di foglie e di frutti. Questi ultimi sono commestibili e di buon sapore.
Ho affinato la mia tecnica fotografica (fotografia a distanza ravvicinata) in modo da realizzare immagini di notevole bellezza e precisione. Attualmente possiedo migliaia di fotografie, visibili su questo sito e su Flickr (https://www.flickr.com/photos/49012833@N07/), da me utilizzate per realizzare poster unici e di particolare attrattiva.
I miei studi proseguono. Vi solo nuove piante in coltivazione, mantengo contatti con collezionisti, con esploratori ed amici di tutto il mondo. La comune passione per il mondo delle passiflore infatti mi ha fatto conoscere persone straordinarie. Non posso qui citarle tutte, tuttavia alcune di loro in particolare mi hanno accompagnato e mi accompagnano nella conoscenza: John Vanderplank (National Collection of Passiflora, U K.), Miguel Molinari (Venezuela, esperto cacciatore di piante e scopritore nuove specie), Avv. Guglielmo Betto (autore dei libri che mi hanno introdotto nel mondo della botanica, delle piante insolite, dei frutti tropicali e delle passiflore), Luciano Noaro (vivaista unico e speciale perchè abbinava al suo lavoro una passione ed una conoscenza rara), Prof.ssa Flavia Guzzo (Università di Verona, che ha eseguito interessanti studi sui metaboliti secondari di alcune specie di passiflore e creato, tra l'altro, protocolli di germinazione in vitro degli embrioni presi dai semi), Dr. Tito Schiva, (dal quale ho imparato tanto e che è mio consulente per qualsiasi problema, botanico e di fisiologia delle piante), Dr. Annalisa Giovannini (valida ricercatrice presso l'Istituto Sperimentale di Floricoltura, Sanremo, dove ha creato una collezione di passiflore e pubblicato protocolli di propagazione in vitro), Dr. Luca Braglia (che si è prodigato per me nella micropropagazione e nelle analisi molecolari), Dr. Jacopo Calevo (che mi ha più volte stupito per la sua profonda preparazione botanica), Rebecca Ingenhof e Carlos Magdalena, (tecnici a Kew Garden, che mi hanno aiutato ad avere talee preziose), Elizabeth Peters, vivaista americana con la quale mi ivia ogni anno piante preziose, il prestigioso Vivaio Zappelli Giardini di Crema, poichè, grazie agli attuali titolari, posso ricoverare d'inverno la mia collezione nelle loro grandi serre... e altri ancora.
Non posso qui dimenticare François Thuys, instancabile esploratore insieme a Christian Houel, con il quale ho fatto viaggi in Guyana Francese e che purtroppo è scomparso nel 2019.
La creazione di nuovo ibridi mi impegna come sempre.
In tutti questi anni l'interesse per le passiflore si è largamente diffuso anche grazie alle numerose conferenze che ho tenuto in tutta Italia, ed oggi sono molti gli appassionati sia da noi che all'estero. Vi sono in Italia vivaisti specializzati, come l'Azienda Agricola D'Aleo (Sicilia, San Giuseppe Jato) e gruppi nei social: sono molti quelli presenti in Facebook.
Le passiflore, finalmente, hanno ottenuto il loro meritato riconoscimento nella cultura generale e sono entrate nei giardini e nelle case
Sono convinto che in questo antico genere di piante siano presenti metaboliti secondari, per ora sconosciuti, ma dalle proprietà terapeutiche sorprendenti. Mi auguro che vengano intrapresi studi approfonditi proprio per scoprirre queste sostanze e che qualche magnate, come Elon Musk, se ne faccia carico.
Sarebbe infatti importante istituire un 'Istituto della
Passiflora' dotato di adeguate serre con botanici e tecnici per coltivare e
studiare questo vasto ed evoluto genere di piante, facendone innanzitutto una grande
collezione visitabile e, nello stesso tempo, preparare estratti e metaboliti secondari
per verificarne le proprietà terapeutiche. Sicuramente verranno trovati nuovi importanti farmaci.