Passiflora foetida var. foetida | La Collezione Italiana di Maurizio Vecchia

Passiflora foetida var. foetida, informazioni, classificazione, temperature. etimologia della Passiflora foetida var. foetida. Scopri la Collezione Italiana di Passiflora di Maurizio Vecchia.

Passiflora foetida var. foetida | La Collezione Italiana di Maurizio Vecchia

Classificazione (J. MacDougal ed altri, 2004)

SOTTOGENERE: passiflora
SUPERSEZIONE: stipulata
SEZIONE: dysosmia


ORIGINE E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA:

Diffusa in tutta l'America tropicale.


TEMPERATURA MINIMA: 5 °C


TEMPERATURA MINIMA IDEALE: 8 °C


SINONIMI: P. gossypifolia Hamilton, P. hibiscifolia Lam., P. hirsuta Lodd. non L., P. hispida DC., P. liebmannii Mast., P: muralis, Barb. Rodr., P. nigelliflora Hook., P. polyadena Vell., P. pseudociliata Britton... ed altre.


ETIMOLOGIA: Dal latino foetidus, che ha odore, puzzolente, sgradito.


NOTE:

Cromosomi: 2n=18 (Guerra, 1986). 2n=20 (Guerra 1986, Storey 1950, Nishiyama e Kondo 1942 ). 2n=22 (Bowden 1945, Harwey 1966).


FOTOGALLERY:


DESCRIZIONE:

È questa una specie assai mutevole, caratteristica che ha causato la registrazione di molti sinonimi. Dire P. foetida forse è impreciso, poiché sotto questa denominazione sono raccolte moltissime varietà, diverse tra loro, ma con alcune caratteristiche comuni. La P. foetida è una delle passiflore più fantasiose, una vera miniera di sorprese. La Haward University ha accettato la classificazione di 44 varietà di P. foetida, ma altri botanici considerano della stessa specie piante classificate, da alcuni, specie diversa, come la P. ciliata (P. foetida var. ciliata), la P. fluminensis (P. foetida var. fluminensis), P. arida (P. foetida var. arida), ed altre ancora. Attualmente i taxonomisti ne stanno effettuando la revisione e ascrivono quale specie a sè alcune di queste varietà di P. foetida.

Tutte queste piante emanano un intenso odore aromatico ed amaro insieme. Hanno in comune un’altra caratteristica: le brattee vistose e dalla forma singolare. Sono infatti molto grandi e, anziché essere intere, sono finemente frastagliate e pinnate quasi fossero un merletto, un simmetrico ricamo. Anche il fiore, pur con molte varianti nel colore dei petali e dei filamenti, è inconfondibile. I frutti leggeri, quasi vuoti, di solito di colore rosso vivace o giallo, appesi in successione sui fusti, sono un’altra peculiarità comune. Nessuna possiede ghiandole del picciolo. Non si troverà una varietà di P. foetida dalle foglie uguali. Ognuna di esse si è voluta distinguere ed ha scelto una forma tutta sua. Non è facile, perciò in poche righe descrivere una specie così variabile se non in alcune linee essenziali.

Vi sono varietà tomentose, come la P. foetida var. hirsuta e var. hirsutissima ed altre glabre come la var. hibiscifolia e la var. riparia.

Le foglie possono essere intere, trilobate o, più di rado, pentalobate. Le brattee, molto grandi e finemente suddivise, sporgono dalla corolla, abbracciandola. I sepali ed i petali dei fiori, che hanno il diametro di circa 6 cm, sono colorati di rosa, di viola, di porpora o di blu con tutte le possibili colorazioni e sfumature intermedie fino ad arrivare al bianco puro.

Anche la corona segue la tradizione di famiglia e non conosce ostacoli o limiti nella sua colorazione. Di solito è formata da molte serie di filamenti di sfumatura rosata più o meno intensa con una banda intermedia più chiara, in genere bianca. In molti casi vi è una banda colorata vicina al centro del fiore ed una più chiara nella zona terminale della corona.

La fruttificazione è abbondante tanto che una delle caratteristiche decorative di questa pianta è data da questi festoni ricchi di frutti rosso scarlatto.

La propagazione più sicura per mantenerne inalterate le caratteristiche è quella per via vegetativa, talea o propaggine. Si può ricorrere anche alla semina, tecnica che dà buoni risultati e che introduce ulteriori elementi di variabilità.

La P. foetida ha una relativa rusticità, poiché sopporta anche temperature medie di 5 °C con brevi puntate attorno agli 0 °C. Non sopravvive all’aperto agli inverni del Nord, ma si può naturalizzare, sfuggendo alla coltivazione, nelle aree calde della Liguria e del Sud dell’Italia.  Anche se la pianta madre dovesse morire per il freddo, in primavera i semi caduti per terra germineranno con facilità e, grazie alla rapidità di crescita, andranno in fioritura precocemente.

Si adatta a qualsiasi tipo di terriccio, ma, se coltivata in vaso, è meglio che sia ricco e drenato.